Iscrivi al nostro gruppo:

Facebook con Tuttosantantioco

 

Impresa di pulizie Sant'Antioco TuttoPulizie

Finalmente a Sant’Antioco... e per tutto il Sulcis Iglesiente...
TuttoPulizie: L’impresa di pulizie per il nostro territorio...
Pulizie in abbonamento, occasionali, programmate di:
Uffici – Condomini – Negozi – Abitazioni – Case Vacanza – Attività Ricettive – Mense – Aziende – Supermercati – Studi Medici – Palestre e tanto altro ancora…

Novità assoluta: Servizio di stiratura!!!

CONTATTACI PER UN PREVENTIVO GRATUITO!!!

Tel: 347.6397692 - 329.6762075 - 0781.1985605

Web: www.tuttopulizie.com

Mail: info@tuttopulizie.com

TuttoPulizie per l’ambiente: la TuttoPulizie S.a.s. utilizza solo prodotti sfusi ad alto rispetto ambientale, aiutando la natura e il pianeta.

 

VAI AL PROGRAMMA

 

 


L'anno scorso abbiamo regalato un piccolo ma grande presepe al nostro maestro... quest'anno con mille sacrifici l'abbiamo ripetuto... ma ora... prendendo spunto e orgogliosi di tutto ciò che GIANNI ci ha insegnato ci allarghiamo.. grazie al comune di Carbonia infatti il 16 Dicembre alle ore 19:00 inaugureremo il secondo presepe artistico del 2010 a Carbonia presso la Parrocchia di San Ponziano sempre e solo in onore del nostro caro e indimenticabile.. GIANNI SALIDU... Vi aspettiamo numerosi...
Inoltre... Il 18 Dicembre: L'Ef...fusione dell'arte... Quando l'arte della scultura incontra l'arte del teatro Torre Civica Carbonia ore 17:30 In occasione dell'anniversario della Città di Carbonia: letture di brani di Gianni Salidu A cura de " La ernita teatro "
 




 

VAI AL PROGRAMMA
 

VAI AL PROGRAMMA
  

 

 

"L'arte è il linguaggio che mi consente di esprimere tutto ciò che non si può trasmettere con le parole" 
                                                                                 Gianni Salidu

Leggi tutto: Un saluto a Gianni Salidu: Il Maestro

 

 

 

 

Benedizione del Museo da parte del Parroco della Basilica Don Pinna

09/01/2006

Apertura del bellissimo museo archeologico a Sant'Antioco

Il nuovo museo archeologico sarà per Sant’Antioco una grande opportunità di sviluppo economico. Di questo sono certi amministratori ed operatori del settore che ripongono nelle potenzialità della nuova struttura grandi speranze. L’obbiettivo è quello di superare abbondantemente già quest’anno i 25 mila biglietti staccati dalla cooperativa Archeotur nel 2004 e 2005 ai visitatori dei siti archeologici cittadini. <L’assessore regionale Elisabetta Pilia che ha inaugurato il museo ha promesso una grande attenzione da parte della Regione per proporlo al mondo attraverso il riordino del sistema mussale in Sardegna – ha detto il sindaco Eusebio Baghino – non ci faremo cogliere impreparati>. Già da ieri sindaco e l’assessorato alla cultura si sono già messi in movimento. Per prima cosa il sindaco ha deciso che per tutti i visitatori visite gratuite  per tutto il mese di gennaio. Nei prossimi giorni si stanno organizzando invece degli incontri con albergatori, ristoratori ed artigiani per consentire di avviare delle proposte turistiche e incentivare piccole botteghe per una nuova economia turistica. <Li sproneremo a proporre interessanti pacchetti e diventare imprenditori di turismo - afferma il sindaco Baghino – in modo da amalgamare cultura e vacanze>. Con il sindaco concordano in tanti.  < il museo in quanto tale non può dare nessuna ricaduta economica – è il parere del direttore del museo Piero Bartoloni- ma diventando un polo di attrazione può certamente dare gambe all’indotto>. Dello stesso parere gli archeologi della soprintendenza. <Le ricadute economiche ci saranno certamente – è il parere di Paolo Bernardini - se il settore turistico coglierà le occasioni date da questo evento>. Fra i tanti ospiti per l’inaugurazione del museo era presente anche il presidente della provincia Pier Franco Gaviano. < Sarà una possibilità di sviluppo dell’occupazione anche per tanti giovani partiti dal nostro territorio per studiare e approfondire gli studi – dice il presidente  - potrebbe diventare più facile rientrare e trovare lavoro grazie a queste opportunità culturali>. Le più entusiaste le guide dell’Archeotur. <per Sant’Antioco il nuovo museo sicuramente rappresenterà un volano di opportunità – è il parere di Susanna Mura – per noi è il traguardo di desiderio a lungo accarezzato: quello di poter presentare ai turisti degnamente la città e la sua cultura>. Da lunedì il nuovo museo è meta di una processione incessante. Per il momento sono i residenti che vogliono ammirare le ricchezze lasciate da chi nei millenni ha abitato l’isola e  per tanto tempo conservate nei magazzini della sovrintendenza. Così il pensiero però vola ad accarezzare un sogno che potrebbe diventare realtà grazie al museo: Sant’Antioco vera città turistica.

 

Articolo pubblicato su: "Unione Sarda" a cura di Tito Siddi

 

Esprimi anche tu il tuo parere: Inviaci il tuo pensiero

 

 

09/01/2006

Apertura del bellissimo museo archeologico a Sant'Antioco

Importante appuntamento con la cultura e la storia a Sant’Antioco, il comune dell’isola omonima a sud della Sardegna. Lunedì scorso è stato inaugurato il nuovo museo archeologico comunale. Si colloca come la più importante esposizione della cultura fenicio punica nel mediterraneo. E’ intitolato a Ferruccio Barreca, il sovrintendente alle antichità di Cagliari che negli anni ottanta, con l’allestimento di un antiquarium cittadino, mise le basi per l’istituzione di un museo cittadino. A tagliare il nastro inaugurale della mostra temporanea, che di fatto inaugura il museo, è stato l’Assessore Regionale alla Pubblica Istruzione Elisabetta Pilia. <E’ stata una giornata storica per la città e per la Sardegna – ha affermato il sindaco Eusebio Baghino nel discorso inaugurale – perchè l’apertura di questo scrigno della cultura avviene dopo trentatre anni>. L’apertura del museo comunale infatti, anche se provvisoriamente come mostra archeologica temporanea, chiude finalmente la parentesi di una grande incompiuta e riconsegna a Sant’ Antioco nel ruolo culturale e storico di primaria importanza. Il Museo Comunale Ferruccio Barreca, terminato di costruire  dopo trenta anni di lavori agli inizi dello scorso anno, è stato allestito  dal direttore scientifico del museo docente della facoltà di archeologia dell’università di Sassari Piero Bartoloni con la collaborazione di Paolo Bernardini, responsabile della Sovrintendenza dell’area archeologica di Sant’ Antioco. A fare da guardia ai 18000 reperti che hanno trovato sistemazione nelle sei sale allestite dal direttore scientifico del museo Professor Piero Bartoloni sono i due grandi leoni di pietra, ritrovati a guardia di una delle porte dell’antica città, ospitati a palazzo Grassi a Venezia nel 1988. Monili, vasellame e  mosaici esposti sono parte dei materiali provenienti dall’area dell’antico abitato, dalla necropoli ipogea e dal Tophet. Testimonianze preziose che Offriranno al visitatore uno spaccato unico, per la Sardegna e per l’intero Mediterraneo, della civiltà fenicia e punica. <Lo stesso Museo Nazionale di Cagliari, pur unico al mondo nel suo genere – dice il direttore scientifico del museo Piero Bartoloni - non è in grado di offrire ai visitatori un repertorio tanto vasto e completo>. Ad illustrare questo scrigno che raccoglie la sintesi della millenaria storia di Sulky, l’odierna Sant’Antioco, saranno i 24 soci della cooperativa Archeotur. Con l’apertura del museo a Sant’ Antioco si è certi  di superare i 25 mila visitatori degli anni scorsi che per tutto il mese di gennaio potranno visitare il museo gratuitamente.

Articolo pubblicato su: "Avvenire" a cura di Tito Siddi

 

Esprimi anche tu il tuo parere: Inviaci il tuo pensiero

 

 

09/01/2006

FINALMENTE LO SPLENDORE DELLA NOSTRA STORIA
Aperto il Museo Archeologico di Sant'Antioco

È stato probabilmente il parto più lungo della storia millenaria di Sant'Antioco ma alla fine, dopo decenni, il Museo Archeologico di Sant'Antioco è stato aperto.
Ci sono voluti ben cinquanta lunghi anni, trascorsi tra lentezze burocratiche, imprese fallite, incompetenze e menefreghismi, finanziamenti annunciati e mai arrivati, lavori iniziati e lasciati a metà, necessità di continui aggiornamenti dei sistemi di sicurezza, problemi di ogni genere, ma finalmente la storia di Solky si offre splendidamente agli occhi di tutti noi in tutta la sua maestosità e in tutto il suo splendore.
Vogliamo andare oltre i meriti dell'apertura del Museo, che ora tutti si vogliono accampare (a cominciare dai soliti politici di turno), per parlare di Lui, il Museo Archeologico più importante di tutta la Sardegna.
Cominciamo dal nome: Museo Archeologico Ferruccio Barreca.
Barreca fu lo scopritore della civiltà fenicio punica in Sardegna e fin dal 1956, quando iniziarono gli scavi archeologici del Tophet fenicio e della Necropoli punica, volle che gli oggetti venuti alla luce negli scavi da lui portati avanti fossero conservati in una piccola sala di Sant'Antioco, costituendo in tal modo il nucleo originario del Museo Comunale.
Il nuovo Museo Archeologico è stato allestito definitivamente tra il marzo e il dicembre del 2005 da Piero Bartoloni, direttore scientifico del Museo e docente ordinario di archeologia fenicio-punica all'università di Sassari. Insieme a lui ha collaborato Paolo Bernardini, direttore della Soprintendenza archeologica delle Provincie di Cagliari e Oristano.
Il Museo rappresenta la più bella e di certo la più importante raccolta di testimonianze delle due più importanti civiltà di un passato remotissimo, quella fenicia e quella punica. All'interno della magnifica struttura sono raccolti ben quindicimila pezzi di inestimabile valore archeologico: gioielli, coppe, splendidi mosaici, ricostruzioni di tombe del V secolo a.C. e tanto tanto altro. Si offre poi un quadro organico delle attività che si svolgevano nell'antica Solky. Ci sono pannelli che illustrano tutti i siti archeologici dell'isola e i diversi strati di scavo. Ci sono le ricostruzioni del porto, con le navi e i magazzini, ma anche degli esempi di navi fenicie.
Ma l'allestimento non è finito. Molto del materiale rinvenuto a Sant'Antioco è custodito in altri musei, primo fra tutti Cagliari. Il nuovo Museo attende così la restituzione di molto di quel materiale che è giusto torni a casa, nelle teche della nuova struttura della cittadina Sulcitana.
Il Museo Archeologico di Sant'Antioco rappresenta il museo della più antica città della Sardegna, il suo materiale proviene dalle aree dell'abitato che negli anni hanno dato alla luce reperti di varie epoche, si pensi soltanto alle aree della Necropoli ipogea e del Tophet. Di sicuro rappresenta una delle più importanti testimonianze, se non la più importante, delle civiltà fenicie e punica in tutta l'area del Mediterraneo, più di altri musei italiani, più del Museo di Cagliari.
Proprio con i Fenici, tra il 750 e il 500 a.C. l'antica Sulky ha conosciuto il suo massimo splendore, in tempi in cui Roma "caput mundi" era ancora un villaggio. La bella isola situata in posizione strategica al centro del Mediterraneo ebbe contatti con tutte le più grandi e ricche civiltà del passato. Sulky inviava e riceveva navi e merci da tutto il Mediterraneo.
Attualmente il Museo è testimonianza soprattutto della civiltà punica. La parte fenicia, seppur ampiamente presente, e la Necropoli in particolare, non è stata ancora scavata in quanto si trova sotto il centro abitato cittadino.
Sotto le case è nascosta una civiltà antica.
È di poco tempo fa la scoperta di una tomba fenicia venuta alla luce durante gli scavi per alcuni lavori in via Belvedere, vicino al Corso. Ora i reperti di quella tomba sono esposti in una sala del Museo.
Fra i pezzi più importanti vogliamo elencare, poco dopo l'ingresso al Museo, le imponenti statue di due leoni, in materiale tufaceo, che anticamente erano situate ai lati di una delle porte della città e sono datate tra il V e il IV secolo a.C. Le statue sono quasi del tutto integre e sono un importantissimo esempio dell'arte statuaria punica. I due leoni sono stati rinvenuti, nel 1983, nella zona della Necropoli e, nel 1988, furono fra i simboli della grande esposizione, organizzata nelle sale di Palazzo Grassi, che portò a Venezia ottocentomila visitatori che ammirarono i tesori e le testimonianze della civiltà fenicia. Abbiamo poi, fra gli oggetti più preziosi esposti nelle sale, una preziosa fascia in argento, che rivestiva la bocca di un vaso antico, sulla quale sono incisi il nome della città e di alcuni illustri notabili. Ma anche una coppa in ceramica proveniente da Tiro e che risale al IX secolo a.C., proprio in base a questa preziosissima coppa gli studiosi di archeologia considerano Solky la città più antica edificata in Sardegna. Che dire poi dello splendido mosaico di epoca romana chiamato "mosaico delle pantere" e dedicato al dio della salute e della saggezza Dioniso ? Numerose anche le terre cotte e le ceramiche.
Già, perché anche la civiltà romana è presente nella sale del Museo. Come potrebbe essere altrimenti per una città che fu Municipium dell'Impero Romano. Proprio i Romani adoravano il vino dell'antica Sulky e concessero ai suoi abitanti il privilegio di battere moneta per meriti vinicoli. I vigneti dell'isola, duemila anni fa, fornivano l'uva dalla quale i Romani traevano il pregiatissimo vino "Protropum" destinato alle mense dei ceti più elevati. Fu proprio l'imperatore Cesare che fece coniare la moneta Sardus Pater nel 59 a.C. per celebrare ed elogiare l'arte vinicola di Sulcky.
Nel Museo mancano, come detto, ancora dei reperti, così come mancano ancora dei pannelli fotografici e tutta una serie di reperti risalenti al periodo nuragico, un'altra civiltà , questa volta propriamente sarda, che pure raggiunse a Sant'Antioco espressioni notevoli. Tutti questi preziosi reperti dovrebbero essere esposti al Museo nei prossimi mesi.
L'itinerario del Museo è articolato, in via definitiva, attraverso le esposizioni dei reperti tratti dai principali scavi e giacimenti della cittadina sulcitana:
- la prima sezione comprende vetrine con materiali d'uso quotidiano e funerario, relativi al periodo Calcolitico (fine IV-III millennio a.C.) e all'età del Bronzo (II millennio a.C.), provenienti dall'area cosiddetta del Cronicario (la casa di riposo degli anziani), rinvenuti negli strati sottostanti le vestigia della città fenicia. Non mancano testimonianze di culture prenuragiche (Ozieri e Sub Ozieri), a cavalli fra il IV e III millennio a.C., e significativi frammenti di ceramica nuragica (età del bronzo).
- il fulcro del museo è come detto dedicato alla civiltà fenicia e punica. La seconda sezione ospita, infatti, quanto è stato trovato nella necropoli dell'antica Sulky. Si inizia coi plastici del tophet e del porto antico, poi seguono le vetrine con gli oggetti, soprattutto vasellame, che accompagnavano i defunti. Nel vasto andito campeggiano i due grandi leoni in pietra che probabilmente guardavano la porta settentrionale dell'antica cinta muraria; sono due splendide opere ispirate alle sculture che fin dal II millennio a.C. venivano poste alle porte delle città siro - anatoliche.
- superata la "Porta dei Leoni", si accede alla terza sezione, anch'essa dedicata in parte alla necropoli punica. Vi troviamo appunto la ricostruzione della tomba di via Belvedere, una delle più antiche di Sulky, mentre in altre vetrine sono conservati gioielli, amuleti, maschere in terracotta e statuine. Viene poi il settore dedicato al Tophet (il santuario fenicio e punico del dio Baal Hammon e della dea Tinnit), dove, con riti particolari, venivano deposta le ossa dei fanciulli mai nati o deceduti in tenerissima età. Splendida inoltre una collezione acquisita dal Ministero e ceduta al museo, composta da oltre duecento amuleti e seicento vaghi di collana in vetro e pasta vitrea, oltre a tre coppe (di cui una recante un'iscrizione punica di oltre cento caratteri), bracciali in argento e duecento bottoni in osso.
- la quarta e ultima sezione contiene ceramiche, ossi e metalli dall'are del Cronicario, dove sono stati rinvenuti gli edifici relativi alla prima città fenicia, datati intorno al 770 a.C., ai quali si sovrapposero un santuario, forse di Demetra, e abitazioni di età romana del III e II sec. a.C. Proprio nel segno di questa continuità sono esposti i corredi tombali della necropoli di età romana imperiale.
Siamo sicuri che saranno in tanti quelli che visiteranno il nuovo Museo. Del resto ogni amante della Storia umana non può fare a meno di visitare una delle testimonianze più importanti delle civiltà antiche. Il Museo di Sant'Antioco deve rappresentare quindi uno dei più meravigliosi centri di richiamo per gli amanti della Archeologia di tutto il mondo.
Naturalmente la nuova struttura deve essere giustamente valorizzata e pubblicizzata come merita. Si tratta di sicuro del più importante museo della Sardegna. Gli studiosi lo definiscono infatti uno dei "templi" della cultura fenicio punica del Mediterraneo.
Ma deve diventare, con l'aiuto e l'impegno di tutto, uno dei più importanti musei del mondo.

Articolo pubblicato su: "Gazzettantiochense"

 

Esprimi anche tu il tuo parere: Inviaci il tuo pensiero

Vai alla Pagina sul museo con belle fotografie...

 

Dicono di Noi...

( ci scusiamo ma i giornali non lasciano più per tanto tempo le inserzioni degli articoli... quindi qualcuno risulterà non linkabile )

26/08/2004 articolo sull' Unione Sarda

02/08/2004 articolo sull' Unione Sarda

13/04/2004 articolo sull' Unione Sarda

12/2002 articolo sul mensile HAPPY WEB

04/09/2001 articolo sull'Unione Sarda

 
28/05/2005  Gazzeta Antiochense

<>  Torna alla  HOME PAGE